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La tensione multipla dell’infusione simultanea | Una questione di prospettiva |
Punto di Vista: Shallan Davar
ambientazione: Pianure Infrante
Epigrafe
"E quando la gente comune parlava di loro, i Liberatori affermavano di essere mal giudicati a causa della natura terribile del loro potere; e quando trattavano con altri, erano sempre decisi ad affermare che altri epiteti, specialmente ‘Fiammiferi,’ udito spesso nel linguaggio comune, erano sostituti inaccettabili, in particolare per la loro somiglianza al termine ‘Nichiliferi.’ Manifestavano anche rabbia verso il grande pregiudizio al riguardo, anche se per molti di coloro che parlavano c’era pochissima differenza tra questi due gruppi." |
Trama
“ | Shallan si svegliò come una donna nuova.
Non era del tutto certa di chi fosse quella donna, ma sapeva chi non era. Non era la stessa ragazzina spaventata che aveva subito le tempeste di una casa spezzata. Non era la stessa donna ingenua che aveva cercato di rubare a Jasnah Kholin. Non era la stessa donna che era stata ingannata da Kabsal e poi da Tyn. |
” |
–Parole di Luce, capitolo 36 |
Shallan si risveglia nella tenda di Tyn e si sente una donna nuova. Grazie all'aiuto di Schema riesce ad appropriarsi degli abiti e dei trucchi della donna morta[1] presentandosi finalmente come una luminobile degna di questo nome. La ragazza si congeda dalla carovana[2][3] e a bordo di una portantina si dirige alla volta dei campi militari alethi con il suo seguito[4].
Durante la marcia la ragazza contempla la difficoltà della sua missione e stabilisce che la prima cosa da fare è mettersi sotto la protezione di un altoprincipe ed accedere alle sue risorse. Vathah scopre che Dalinar si trova al palazzo del Re, in riunione con tutti gli altri signori di Alethkar. Shallan da ordine di recarsi lì e Vathah le domanda se è sua intenzione assassinare Elhokar. La veden nega con forza ma si domanda se qualcuno abbia mai tentato di armare una donna con una stratolama e usarla come sicario[5]
Arrivata al Pinnacolo, l'incontro con i Kholin le viene negato dal capitano delle guardie dell'altoprincipe che Shallan riconosce come l'uomo a cui aveva rubato gli stivali tempo prima[6]. Il confronto tra i due è molto acceso, perché Kaladin sospetta che la donna sia solo un'opportunista, un'arrampicatrice sociale. Alla fine Shallan riesce a convincerlo a portare un documento a Navani[7] che permetterà di accertare la sua identità.
Kaladin ritorna e permette a Shallan, con una certa rassegnazione, di lasciarla entrare nella sala riunioni.
Personaggi
Apparsi
Menzionati
Luoghi e termini menzionati
Note
- ↑ Lo spren sfrutta la sua abilità di riconoscere gli schemi per aprire la serratura del baule. Si tratta di un'interazione molto debole con il mondo fisico ma già vista nel libro precedente con Syl e delle foglie di nerovina...
- ↑ Macob, il proprietario assicura che terrà il segreto di quanto accaduto al campo e si augura di non incontrare Shallan mai più.
- ↑ I corpi di Tyn e dei suoi uomini sono già stati bruciati. Shallan in persona si occuperà di occultare le loro ossa.
- ↑ Che consiste in Vathah, diciotto ex-disertori e cinque schiavi
- ↑ Il lettore ricorderà sicuramente Liss
- ↑ Qui per maggiori dettagli
- ↑ Si tratta di una delle comunicazioni scritte fra Jasnah e Navani stessa, per organizzare la causale.Essendo avvenuta via distacanna, ce ne sarebbero state solo due copie: quella che era stata scritta dal lato di Jasnah (ora in possesso di Shallan) e quella dal lato di Navani.