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Punto di Vista: Dalinar Kholin
ambientazione: Pianure Infrante, Kholinar (visione)
Trama[]
“ | Io sono... io ero... Dio. Quello che voi chiamate l'Onnipotente, il creatore dell'umanità. E ora sono morto. Odio mi ha ucciso. Mi dispiace. | ” |
–Tanavast, La Via dei Re, capitolo 75 |
Una nuova altempesta si abbatte su Roshar e Dalinar riceva una nuova visione, la prima dopo il tradimento di Sadeas.
Si ritrova in un paesaggio fatto interamente di roccia bianca con figure fumose che camminano intorno a lui[1]. Dalinar ricorda che la sua prima visione lo aveva portato proprio qui ma non riesce a ricordare altro se non:
“ | Tu devi unirli | ” |
Dalinar chiede alla Voce perché gli ha mentito ma la Voce lo ignora e continua a parlare. La visione cambia e lo porta dinanzi una città distrutta: Kholinar. Di fianco a lui c'è un uomo dalla pelle scura e dai capelli bianchi che gli indica qualcosa che si sta avvicinando in lontananza. Dalinar continua a porre domande ma l'uomo lo ignora e continua a parlare, dicendo che questa visione è uno sguardo nel futuro remoto, nato dalle sue paure[2]. Dalinar si rende conto che la Voce non ha mai potuto sentirlo e che non gli ha mai detto di fidarsi di Sadeas: è stato lo stesso Dalinar a presumerlo.
Il muro di oscurità[3], una parete di polvere, li avvolge e una volta passato oltre, la roccia circostante inizia a frantumarsi e dissolversi: alla fine non rimane nulla. Solo il pinnacolo dove i due si trovano è sopravvissuto alla distruzione. Dalinar capisce che le visioni sono come un diario, un libro lasciato indietro dall'uomo al suo fianco, per avvisarli su ciò che stava per arrivare. L'uomo dice a Dalinar di unirli e gli ordina di rifondare i Cavalieri Radiosi. Spiega che "Lui" ha capito che per vincere doveva solo aspettare. Far dimenticare agli uomini la minaccia, metterli l'uno contro l'altro e indurli a credere di aver vinto. L'uomo è rammaricato di non poter far di più. Dalinar gli chiede la sua identità e l'uomo rivela di essere Dio, coloro che gli uomini chiamano Onnipotente, Anzi, era Dio, visto che Odio lo ha ucciso[4].
Personaggi[]
Apparsi[]
Menzionati[]
Luoghi e termini menzionati[]
Speculazioni[]
Nella traduzione italiana il titolo scelto per questo capitolo è "In cima". Nell'originale invece è "In the Top Room". Apparentemente il significato è il medesimo ma in realtà, con la traduzione, si è potenzialmente perso una connessione nascosta.
Il titolo infatti alludeva al racconto della Velabonda narrato da Arguzia a Kaladin nel capitolo 57. Nella storia, gli avventurieri, dopo aver assistito all'ennesima atrocità in nome dell'imperatore degli Uvara, decidono di affrontare il tiranno e salgono così sulla sua torre. Al loro ritorno portano agli Uvara un cadavere e gli chiedono se sia questo il loro sovrano. I marinai della Velabonda aggiungono:
“ | L'abbiamo trovato nella stanza più in alto, da solo. | ” |
Il racconto di Arguzia si trova nel capitolo 57 ed è è interessante notare che la rivelazione che Dio è morto viene fatta nel capitolo 75, il numero speculare di 57. In conclusione:
- l'imperatore probabilmente rappresenta Dio, ormai morto ma comunque venerato.
- il popolo Uvara potrebbe essere una metafora per il popolo Vorin (come gli Uvara essi sono votati al dovere e cercano la perfezione)
- Guarda caso l'imperatore risiede in una torre. Forse, un parallelismo con Urithiru, definito il luogo più vicino ad Onore?
- La scoperta della morte dell'imperatore porta la società Uvara al collasso. Un evento già accaduto (la Ritrattazione) oppure una previsione di ciò che accadrà fatta da Arguzia?
Note[]
- ↑ Si ritiene che questo possa essere il Reame spirituale
- ↑ In questa circostanza viene menzionata per la prima volta Coltivazione, l'altra divinità che influenza Roshar. L'uomo dice che Coltivazione è sempre stata più in gamba di lui nella visione del futuro.
- ↑ La prima visione di Dalinar era finita a questo punto, con il muro in avvicinamento.
- ↑ E' la seconda volta che viene menzionato il nome di Odio. La prima avviene nel capitolo 46.