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Parole | Giustizia |
Punto di Vista: Adolin, Teft,Dalinar Kholin, Kaladin,
ambientazione: Pianure Infrante (altopiano della Torre)
Epigrafe[]
“ | L'hanno chiamata l'Ultima Desolazione, ma hanno mentito. I nostri dèi hanno mentito. Oh, come hanno mentito. La Tempesta Infinita giunge. Sento i suoi mormorii, vedo il suo folgomuro, conosco il suo cuore. | ” |
–Tanatanes 1173, 8 secondi premorte. Un lavoratore itinerante azish. Esemplare particolarmente degno di nota. |
Trama[]
“ | «E voi dovreste essere una persona onorevole» ringhiò il lanciere. Di rado qualcuno si era rivolto a Dalinar in questo modo, e in particolare mai nessun occhiscuri. «Be', i vostri uomini non se ne andranno senza di voi, e i miei uomini non se ne andranno senza di loro. Perciò monterete sul vostro cavallo e noi fuggiremo da questa trappola mortale. Capito?» | ” |
–La Via dei Re, capitolo 68 |
Adolin[]
Adolin e suo padre stanno guidando l'esercito attraverso le linee Parshendi per arrivare sul lato occidentale dell'altopiano e attraversare il ponte. La manovra è audace e anche se le truppe sono bene addestrate il prezzo di sangue da pagare è alto.
Teft[]
Teft e gli altri membri del Ponte Quattro ammirano Kaladin in azione: sta praticamente tenendo testa ai Parshendi da solo. Teft prende il comando e organizza i pontieri in una formazione difensiva in modo da dare supporto a Kaladin e di non far avvicinare i nemici al ponte.
Dalinar[]
I resti dell'esercito Kholin sono arrivati sul lato occidentale. Dalinar è stupito dal constatare che i pontieri siano riusciti a proteggere il ponte e a rimanere in vita. Con la concreta possibilità di fuggire dalla Torre, Dalinar ordina ad Adolin di procedere con l'evacuazione. Quando si volta per affrontare l'armata nemica, vede che i parshendi si fanno da parte con deferenza: uno stratoguerriero avanza verso di lui. Dalinar combatte con valore, ma i danni che la sua Piastra ha riportato durante la battaglia si fanno sentire.
Kaladin[]
Kaladin e il Ponte Quattro continuano a combattere i Parshendi. Affrontandoli, Kaladin ha capito che non sono i selvaggi sanguinari che gli Alethi si divertono a descrivere[1]; per loro ha iniziato a nutrire perfino un certo rispetto e si trova a disagio a doverli combattere.
Finalmente l'esercito Kholin sfonda le linee Parshendi. Kaladin cessa di combattere, anche per nascondere le sue capacità ai nuovi arrivati. Kaladin ordina al Ponte Quattro[2] di ripiegare sul vicino altopiano e portando con se Moash, si addentra tra le caotiche linee alethi[3]. Vedendo che il fronte centrale dell'esercito non arretra, si dirige lì per accertarsi della situazione: i soldati gli spiegano che non se ne andranno senza Adolin Kholin. Trovato il giovane stratoguerriero, Kaladin scopre che sta tentando di aprirsi la strada per giungere a suo padre. Irremovibile a qualunque argomentazione di Kaladin, alla fine il lanciere è costretto a promettere di salvare l'altoprincipe alethi.
Dalinar[]
Dalinar viene sconfitto in duello. Ormai esausto, aspetta il colpo di grazia e invece, con sua sorpresa, lo stratoguerriero parshendi inizia a parlargli in alethi!
“ | «Sei proprio tu» disse lo Stratoguerriero parshendi. «Ti ho trovato, finalmente.» | ” |
–La Via dei Re, capitolo 68 |
Dalinar è stordito e non riesce a credere alle sue orecchie e deve essere frutto della sua immaginazione. Nota che nell'anello degli spettatori sta succedendo qualcosa e, per un attimo, pensa che Sadeas sia tornato a salvarlo: invece scopre che si tratta di un giovane lanciere che sembra stia luccicando.
Kaladin[]
Kaladin irrompe sul luogo del duello tra i due stratoguerrieri e notando una crepa nella Piastra del parshendi, a livello della gamba, ne approfitta. Il parshendi, trafitto dalla lancia, cade in ginocchio in preda al dolore. Mentre i Parshendi dell'anello si ritirano sussurrando di nuovo "Neshua Kadal", Kaladin recupera l'altoprincipe e lo fa montare sul suo Ryshadium.
Dalinar[]
Dalinar raggiunge il resto del suo esercito aldilà del ponte[4]. I parshendi non li inseguono mentre invece iniziano a cantare una nenia e si dedicano al recupero della cuorgemma. Lo stratoguerriero parshendi si affaccia sulla voragine e saluta Dalinar con la spada: un gesto che l'altoprincipe ricambia.[5]
Dalinar si reca dai pontieri ed esprime la sua gratitudine per quello che hanno fatto[6]. Dalinar chiede come potrà ripagarli e Kaladin gli rivela che il suo gruppo aveva intenzione di fuggire ma chiaramente questa opportunità è svanita. Dalinar si offre di proteggere il Ponte Quattro nel suo accampamento ma il giovane occhiscuri replica che Sadeas non li lascerà andare via così facilmente dopo quello che hanno fatto. Dalinar promette sul suo onore di fare qualunque cosa sia necessaria per salvarli e metterli al sicuro.
Personaggi[]
Apparsi[]
- Kaladin
- Dalinar Kholin
- Adolin
- Teft
- Sigzil
- Drehy
- Sfregio
- Lopen
- Roccia
- Peet
- Moash
- Syl
- Eshonai
- Nacomb Gaval
- Malan
Menzionati[]
Luoghi e termini menzionati[]
Note[]
- ↑ Ironia della sorte, nei Parshendi trova il modello di soldato onorevole che tanto aveva sperato di vedere negli alethi che combattevano nelle Pianure Infrante.
- ↑ Malop, Jaks Senzaorecchio e Narm sono morti e ci sono sono cinque feriti gravi.
- ↑ Non riuscendo a trovare un ufficiale di alto rango con cui parlare, Kaladin promuove un ufficiale occhichiari e gli ordina di sovrintendere la ritirata.
- ↑ In realtà esita, perché vorrebbe recuperare gli Strati per onorare la promessa fatta a Renarin. E' Kaladin a instillargli un po' di buon senso e a convincerlo a desistere.
- ↑ Questi comportamenti bizzari da parte dello stratoguerriero parshendi, vengono chiariti in Parole di Luce
- ↑ Fino all'ultimo Dalinar pena che sia stato Sadeas.a inviare i pontieri a salvarlo. A quell'osservazione, gli uomini del Ponte Quattro ridacchiano, ben cosci di quanto sia ignobile il luminobile.