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Quel libro folgorato | Il viaggio |
Punto di Vista: Kaladin
ambientazione: Pianure Infrante
Epigrafe[]
“ | Tengo il poppante tra le mani, un coltello alla sua gola, e so che tutti coloro che vivono desiderano che io faccia scorrere la lama. Che versi sangue sul terreno, sopra le mie mani, e così dare a tutti noi altri un altro respiro. | ” |
–Datato Shashanan, 1173, 23 secondi premorte. Soggetto: una giovane occhiscuri di sedici anni. Tale campione è di particolare rilevanza. |
Sommario[]
- Kaladin: «Kaladin. E il vostro?»
- Hoid: «Io ne ho molti. Ho iniziato la mia vita come un pensiero, un concetto, parole su una pagina. Quella è stata un'altra cosa che ho rubato. Me stesso. In un altro tempo, ero chiamato come una pietra.»
- Kaladin: «Preziosa, spero.»
- Hoid: «Una pietra bellissima. E che ha perso ogni valore perché io l'ho indossata.»
- — Kaladin e Hoid, capitolo 57
Mappe muore trafitto da una freccia e Kaladin è addolorato per la sua perdita. Una volta di ritorno all'accampamento, Kaladin insiste a trattare il braccio ferito di Teft[1]: non appena il capoponte si distrae un attimo, Teft gli sferra un pugno. Reagendo d'istinto, Kaladin respira tutta la Folgoluce racchiusa nelle sfere del borsello e blocca l'attacco con una velocità disumana.
Nella discussione che segue, Kaladin si rende conto, per la prima volta, dei suoi poteri: la sua pelle trasuda folgoluce, le sfere nel borsello son diventate opache e come se non bastasse, il sacco contenente gli strumenti medici è rimasto fissato al lato di un barile, a sfidare la gravità.Preso dal panico, Kaladin realizza che deve essere stata Syl a trasformarlo. La affronta in un vicolo, ma la spren ribadisce di ricordare poco e che i poteri dell'ex-lanciere non sono opera sua, ma del loro legame. Syl ammette poi di non essere una ventospren, ma una spren che "vincola cose". Kaladin, ancora spaventato, vuole sbarazzarsi dei suoi poteri e pensa di essere stato maledetto. Syl gli domanda allora se pensa davvero che sia stata lei la causa di tutti i suoi guai. Il silenzio di Kaladin la ferisce e la spren vola via. Il pontiere invece si allontana dall'accampamento per riflettere.
All'imbrunire, il capoponte incontra Hoid[2]. L'uomo racconta a Kaladin la storia di Derethil e della Velabonda. Al termine della narrazione i due discutono sul significato della storia[3] e alla fine Hoid si congeda, non prima di regalare il suo flauto a Kaladin e di averlo pregato di comunicare a Sigzil[4] che è stato promosso.
Sulla via del ritorno, il capoponte rimugina su quanto è successo e capisce che con la storia della maledizione e con le sue crisi di apatia, stava cercando delle scuse per non compiere il suo dovere. Kaladin si ripromette così di fare tutto il possibile per salvare Ponte Quattro, anche se questo significa abbracciare questi nuovi poteri.
Tornato alla caserma, Kaladin affronta Teft e gli chiede di dirgli tutto quello che sa. Teft confessa che in gioventù frequentò una setta, i Contemplatori che attendeva il ritorno dei Cavalieri Radiosi.
Personaggi[]
Apparsi[]
Menzionati[]
Luoghi e termini menzionati[]
Note[]
- ↑ L'uomo pungola Kaladin per sapere se ha avuto delle "esperienze strane ' di recente. Kaladin gli risponde che è la quinta volta in due giorni che glielo domanda e che non capisce dove voglia andare a parare.
- ↑ Quando Kaladin sta per andarsene, pensando che l'uomo sia pazzo, Hoid dice "Be', vattene pure allora. Ne sono lieto. Non ti vorrei troppo vicino. Sono piuttosto attaccato alla mia Folgoluce." e mostra un broam di smeraldo. Come facesse Hoid a sapere delle capacità di Kaladin e della vicenda del broam è un mistero.
- ↑ Per saperne di più leggi il capitolo 75
- ↑ il suo apprendista