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Lati | Impresse in lei |
Punto di Vista: Kaladin, Teft
ambientazione: Pianure Infrante (caserma del Ponte Quattro)
Epigrafe[]
“ | Nati dall'oscurità, portano la sua contaminazione, marchiata sui loro corpi proprio come il fuoco marchia le loro anime. | ” |
–Considero Gashash-figlio-Navarnmis una fonte affidabile, anche se non sono certa di questa traduzione. Trovare la citazione originale nel quattordicesimo libro di Seld e ritradurla da me, forse? |
Sommario[]
“ | Tu, bastardo. Folgorato bastardo. Hai preso un mucchio di uomini impiccati e li hai sollevati quel tanto che bastava per farli respirare. Ora hai intenzione di abbandonarli? Io non lo permetterò, mi senti? Non lo permetterò. | ” |
–Teft, La Via dei Re, capitolo 38 |
Kaladin[]
Kaladin giace ferito e febbricitante nella caserma di Ponte Quattro. Per lo più è incosciente ma nei rari momenti di lucidità vede i mortespren[1] e Syl che li tiene a bada con una spada di luce.
Teft[]
Teft entra nella caserma per dare un'occhiata a Kaladin. Manda via Sfregio, che montava la guardia al suo capoponte, e poi sistema nella mano dell'ex-lanciere tre sfere di diamante cariche di Folgoluce. Poi Teft aspetta. Quando pensa di essersi sbagliato accade l'incredibile: Kaladin annaspa e assorbe l'energia delle gemme che inizia letteralmente a fumare dal suo corpo, facendo migliorare alcune ferite del capoponte. Teft è stupefatto e decide che porterà altre sfere, a piccole dosi, in modo che la guarigione del pontiere non sia tanto rapida da attirare spiacevoli attenzioni. Teft quindi pensa ai Contemplatori e stabilisce che occorrerebbe avvertirli. Peccato che le sue azioni li abbiano fatti estinguere.
Personaggi[]
Apparsi[]
Menzionati[]
Luoghi e termini menzionati[]
Note[]
- ↑ "Le loro voci erano sussurri, suoni raschianti come carta che veniva strappata." E' una caratteristica che sembra comune nei nichiliferi.