Le Cronache della Folgoluce Wiki
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Kaladin
Kaladin

Fan art di (Shuravf)

Status personale
Status

Vivo

Prima apparizione

La Via dei Re: Capitolo 1

Data di nascita

1154

Titoli
  • Folgoeletto
  • Capitano
Nazionalità

Alethi

Arma

Lancia

Poteri

Vincolaflussi (Corrivento)

Status familiare
Padre

Lirin

Madre

Hesina

Fratelli
Caratteristiche fisiche
Razza

Umana

Sesso

Maschio

capelli

Neri

occhi

neri

Segni particolari

Fronte marchiata
con glifo SAS NAHN

Status professionale
Affiliazione
Occupazione
  • Apprendista chirurgo
  • Pontiere
  • Soldato

Kaladin, soprannominato Kal o Folgoeletto è il comandante del Ponte Quattro e un Cavaliere Radioso dell'Ordine dei Corrivento.

Aspetto[]

Kaladin è un uomo considerato alto perfino per gli standard alethi. Ha gli occhi castani e i capelli neri e lunghi, che gli scendono fino alle spalle[1]. Sulla fronte porta le cicatrici dei marchi da schiavo.

Storia passata[]

Giovinezza (1153-1168)[]

Kaladin nacque ad Hearthstone nel 1153 da Lirin e Hesina, una famiglia occhiscuri di secondo nahn. A causa della disparità di classe fra la sua famiglia e gli altri abitanti del paese, così come per le dicerie che circondavano l'opera di suo padre come chirurgo, Kaladin crebbe isolato dai suoi coetanei[2]. Di conseguenza, strinse un forte legame con suo fratello Tien, e su incoraggiamento dei suoi genitori, divenne amico di Laral, la figlia del luminobile Wistiow.

A otto anni[2], suo padre iniziò ad addestrarlo nelle arti della chirurgia, sebbene il giovane Kal sognasse di diventare un soldato e di acquisire gloria e prestigio in guerra. Il talento mostrato da Kaladin nella medicina però era tale da convincere Lirin a mandarlo a studiare a Kharbranth quando avesse compiuto il suo sedicesimo compleanno.[2]

Nel 1166 il capocittà Wistiow morì e pochi mesi dopo venne rimpiazzato da un nuovo tenutario, il luminobile Roshone. L’occhichiari, sin dal suo arrivo, mostra un comportamento decisamente ostile verso la famiglia di Kaladin, arrivando a scaricare su Lirin, e sulla sua incapacità di salvare Wistiow,  la colpa di tutte le sue disgrazie.[3]

Una volta insediatosi, Roshone si convince che Lirin abbia rubato e non “ricevuto in regalo” le sfere di Wistiow. Per costringerlo a restituire il maltolto, il luminobile induce gli occhiscuri a smettere di pagare le prestazioni del chirurgo, in modo da portare lui e la sua famiglia alla fame. Dopo un anno e mezzo di angherie, Lirin viene invitato da Roshone alla sua residenza per risolvere la situazione. Kaladin partecipa alla riunione ma ben presto, grazie alle continue provocazioni dell’occhichiari, perde il controllo e viene allontanato nelle cucine della villa. Qui, il giovane incontra Laral in compagnia del figlio di Roshone, che ne approfitta per umiliare Kaladin. In realtà ciò che più ferisce il ragazzo è la totale indifferenza della sua vecchia amica nei suoi riguardi. Lasciato il palazzo, Kaladin confessa al padre che ha deciso di diventare un chirurgo e che vuole essere chiamato con il suo nome intero, non più quindi come il piccolo Kal. Nella conversazione che segue, Kaladin si rende conto che suo padre ha davvero rubato le sfereal vecchio Wistiow. Anche se sconvolto dalla verità, stabilisce che userà comunque le sfere per pagare la retta a  Kharbranth ma che un giorno restituirà l’intera somma a Laral[4].

Durante una battuta di caccia Roshone e suo figlio vengono gravemente feriti da uno spinabianca. Una volta portati alla sala operatoria, Lirin valuta che le condizioni di Rillir sono troppo gravi e concentra i suoi sforzi, nonostante le proteste, su Roshone. Ispezionando una brutta ferita alla gamba del tenutario, Lirin, scopre che un pezzo di zanna dello spinabianca sfiora l'arteria femorale. Kaladin capisce al volo che sarebbe semplicissimo farla lacerare e spacciare la cosa come un incidente inevitabile. Suo padre invece prosegue a salvare la vita di Roshone, sebbene la sua morte significherebbe la fine dei problemi della sua famiglia.Quando Kaladin gli domanda perché l'ha fatto, Lirin risponde che:

Qualcuno deve cominciare. Qualcuno deve fare un passo avanti e fare quello che è giusto, perché è giusto. Se nessuno comincia, gli altri non possono seguire.

Kaladin riflette a lungo sulla questione e si rende che al posto del padre, lui avrebbe ucciso Roshone, capendo così di essere in grado di uccidere un uomo.[5]

Nel Pianto del 1168, Roshone ordina alla cittadinanza di radunarsi nella piazza del paese: il luminobile Amaram, cugino dello stesso Roshone, ha bisogno di nuove reclute per il suo esercito. In questa circostanza, Kaladin scopre che Laral è destinata a sposare Roshone. Solo sei volontari si uniscono alla milizia di Amaram, e così l'occhichiari ricorre ad una lista di coscrizione. Sebbene Lirin e Kaladin, in quanto chirurghi fossero esentati dalla leva, Roshone tira un colpo basso, e assaporando la vendetta per la morte del figlio, obbliga Tien ad unirsi ai soldati. Kaladin conscio del fatto che suo fratello finirebbe morto in poche settimane, decide di arruolarsi a sua volta per proteggerlo e promette ai suoi genitori di riportarlo a casa, sano e salvo.

Nell'esercito di Amaram (1168-1172)[]

Kaladin si presentò il giorno stesso al sergente Hav che lo abituò ben presto ai rigori della vita militare. Fu Tukks invece che lo addestrò all’uso della lancia: Kaladin lo scioccò, dimostrando un vero talento naturale e imparando ad usare l’arma più velocemente di tutte le altre reclute.[6]

Meno di quattro mesi dopo la suo arruolamento, Kaladin partecipò alla sua terza vera battaglia. Fu in questa circostanza che, impotente, vide suo fratello essere usato come esca da un superiore e venire brutalmente ucciso dalla carica dei soldati nemici. Sconvolto, Kaladin raggiunse il cadavere di Tien e lo tenne stretto a se per molte ore, anche dopo il termine della battaglia, piangendolo e maledicendosi.[7]

Nelle settimane successive, Kaladin inviò una lettera ai suoi genitori, informandoli della morte del fratello; attese a lungo una loro risposta ma invano: immaginò che essi erano delusi che non avesse onorato la sua promessa[8].

L’anno successivo Kaladin si dedicò anima e corpo a far pratica nel combattimento, per non lasciare che altri morissero per una sua mancanza di abilità. Divenne il migliore lanciere della compagnia, e qualcuno diceva perfino di tutto l'esercito. Alla fine incontrò Tarah, che lo aiutò a superare il suo dolore e ad evitare che rimanesse bruciato dalla sua ossessione[9]. I due s’innamorarono ma che dopo qualche tempo la relazione venne interrotta, un evento che ancora oggi fa sentire in colpa Kaladin[10]. Si unì ai Temerari sotto la guida Tukks[11] e con loro visse bei momenti. Alla fine però, l’intera squadra, incluso il vecchio sergente venne annientata in circostanze non ancora chiarite: tutti i membri perirono ad eccezione di Kaladin.[11]

Nel 1172, a soli diciotto anni, Kaladin venne promosso a caposquadra, diventando il più giovane ufficiale dell’esercito di Amaram[8]. Kaladin si prese cura dei suoi uomini e sviluppò un particolare affetto per i giovani occhiscuri portati sui campi di battaglia, arrivando addirittura a pagare le altre unità per reclamarli nel proprio plotone: lo scopo di Kaladin era quello di proteggere i ragazzini ed evitare che finissero per essere usati come carne da macello, come accaduto con Tien. Per le sue imprese sul campo i soldati iniziarono a chiamarlo “Folgoeletto” (in originale Stormblessed)

Durante una battaglia campale contro le forze del luminobile Hallaw, inaspettatamente uno stratoguerriero fa la sua comparsa sul campo; falcidiando soldati su soldati l’uomo avanza verso Amaram mentre la scorta dell’altonobile fugge in preda al panico. Kaladin decide di intervenire  e porta la sua squadra alla disperata difesa del generale: lo scontro è impari, con l’intera unità di lancieri che viene sterminata dal cavaliere, ma alla fine lo stratoguerriero soccombe, ucciso da una prodezza di Kaladin. I pochi sopravvissuti e lo stesso Amaram sono sbalorditi dall’impresa. Coreb, tenta di convincere il suo capitano a prendere gli strati ma Kaladin è disgustato dal pensiero di brandire la stessa lama che ha provocato la morte di tanti suoi amici. Kaladin quindi dona gli oggetti  allo stesso Coreb e si allontana dal campo, piangendo per i suoi compagni caduti. [8]

Schiavitù (1172-1173)[]

Marchi kaladin 3

I marchi impressi sulla fronte di Kaladin

Poche ore dopo la battaglia, Kaladin viene convocato, insieme agli altri sopravvissuti della sua squadra, nel centro di comando di Amaram. Qui, il generale gli chiede se ha davvero intenzione di rinunciare agli strati e quando Kaladin conferma, il comandante ordina ai suoi uomini di agire. i compagni di squadra vengono uccisi a tradimento mentre Kaladin viene bloccato e marchiato come uno schiavo. Amaram non può permettersi di perdere gli strati, né consentire che dicerie e pettegolezzi su un possibile furto si diffondano tra la truppe. Non uccide il lanciere solo per ringraziarlo per avergli salvato la vita. Ora per il resto del mondo, il Folgoeletto sarà un codardo e un disertore, catturato e punito con la schiavitù.

Negli otto mesi successivi Kaladin cambiò cinque volte padrone[11] e ogni volta viveva in dure condizioni, umiliato e picchiato. Ad ogni nuovo proprietario chiedeva il suo salario, come previsto dalle leggi vorin, per estinguere il suo "debito". I proprietari accettavano ma trovavano subito un modo per raggirarlo, facendogli pagare il vitto o l'alloggio. Nonostante ciò, nessun padrone riuscì a spezzare il suo animo: per ben dieci volte tentò la fuga[11] e per dieci volte venne ricatturato e punito. Il suo ultimo tentativo coinvolse addirittura venti schiavi armati; il suo padrone anziché giustiziarlo, come ci si sarebbe aspettato, aveva dichiarato che Kaladin era uno schiavo "intrigante"; lo aveva fatto marchiare con il glifo SHASH, "pericoloso", e poi lo aveva svenduto ad uno schiavista di passaggio[11].

Eventi recenti[]

La Via dei Re[]

La carovana di Tvlakv portò Kaladin ad est, alle Pianure Infrante dove venne venduto all'esercito di Sadeas; inutilmente l'ex-lanciere cercò di convincere la funzionaria a prenderlo come un soldato. Venne invece destinato alle squadre pontieri e a affidato a sergente Gaz per un "trattamento speciale".

L'esperienza nel Ponte Quattro piegò lo spirito di Kaladin, che divenne sempre più cupo e depresso.La ventospren che aveva iniziato a seguirlo a parlargli decide di andarsene, perché incapace di sopportare la sua vista in quello stato. In meno di un mese, con tutti gli uomini che erano stati parte del Ponte Quattro morti in battaglia, Kaladin decide di suicidarsi, gettandosi in una vicina voragine. Prima che possa saltare nel vuoto, la ventospren torna da lui e lo convince a desistere, fornendogli un obiettivo per cui lottare: cercare di salvar i pontieri dal loro destino infame. Kaladin si reca quindi da Gaz e con minacce e corruzione si assicura sia il ruolo di capoponte, sia che non interferisca con il nuovo corso.

Il mattino successivo, Kaladin cerca di convincere i pontieri ad allenarsi per sorreggere i ponti, ma viene ridicolizzato e costretto ad esercitarsi da solo. Alla prima sortita sulle Pianure, Kaladin utilizza le sue conoscenze mediche per cercare di salvare il maggior numero possibile di feriti. Sebbene le sua azioni colpiscano gli uomini, gli occhichiari ne sono invece infastiditi: stabiliscono così che coloro che non possono trasportare ponti non avranno né cibo né aiuto. Per evitare che i feriti muoiano di stenti, Kaladin con l'aiuto di Roccia e di Teft, raccolgono in gran segreto la linfa di nodoserba, con la quale puliscono le ferite degli uomini e che sono in grado di rivendere ad un buon prezzo[12]. Quando Kaladin chiede a Roccia di preparare uno stufato serale per la truppa, i pontieri cedono ed un ad uno iniziano ad accettare l'ex-lanciere come loro leader.

Il Ponte Quattro divenne la squadra con meno perdite in assoluto nell'intero contingente dei pontieri, ma per Kaladin non era abbastanza. Così mise appunto il "trasporto laterale", una nuova tecnica che avrebbe dovuto difendere l'intera squadra dalle salve di frecce nemiche. La manovra si rivela un successo ma Kaladin si rende conto che a causa di essa, l'esercito di Sadeas ha perso la battaglia. Come punizione, Kaladin viene sottoposto al giudizio del folgopadre. Lasciato in balia delle intemperie, Kaladin vede nel cuore della tempesta un grande volto sorridente. Nella difficile degenza che segue, l'ex-lanciere scampa alla morte solo grazie all'intervento di Teft che si accorge delle sue capacità di vincolaflussi e provvede a fornirgli sufficiente folgoluce con la quale curarsi. Dieci giorni dopo- un tempo record per ferite che avrebbero richiesto almeno un mese di immobilità-[13] Kaladin scopre che a capo delle squadre pontieri ora c'è un nuovo occhichiari: lady Hashal e suo marito Matal. La luminobile complica la vita del Ponte Quattro, con l'intento di sfinire i pontieri e farli morire tutti in una sortita. Kaladin entra in crisi: il suo piano era persuadere Sadeas, con la loro accresciuta efficienza, di migliorare le condizioni dei pontieri. Dopo una discussione con i suoi uomini cambia radicalmente strategia: addestrare i pontieri alle armi e tentare la fuga.

Durante il servizio burrone Kaladin e i suoi uomini trovano un broam di smeraldo e un sacchetto di sfere. Stabilito che un broam nelle mani di un pontiere provocherebbe solo guai, il capoponte escogita un’ingegnosa trovata per aggirare i controlli e portare con loro il denaro[14] . In poco tempo il Ponte Quattro riesce a racimolare una discreta fortuna, che permette a Teft di effettuare un piccolo esperimento. Mentre parla con Kaladin, il vecchio soldato getta a terra un sacchetto di sfere e aggredisce il suo compagno con un pugno. L’ex-lanciere attinge in modo istintivo alla folgoluce delle sfere e riesce a schivare il colpo. Quando richiede spiegazioni, Kaladin si accorge che della folgoluce trasuda dalla sua pelle. Spaventato, accusa Syl di averlo maledetto e pretende che riporti tutto come prima.Syl per tutta risposta si allontana, ferita nei sentimenti e Kaladin confuso e amareggiato vaga nel campo militare. Alla fine incontra un certo Hoid, che gli racconta la storia della Velabonda. Il racconto fa riflettere Kaladin e quando chiede maggiori spiegazioni, il cantastorie si limita a donargli il flauto e a prendersi cura del suo apprendista, ora promosso. Kaladin si convince così di non essere maledetto e che può usare i poteri per aiutare il Ponte Quattro.

Kaladin si addestra, sotto gli occhi di Teft, nell'uso dei vincolaflussi ma i progressi sono scarsi. Il tempo tuttavia è tiranno; lady Hashal, decisa a chiudere una volta per tutte la questione "Ponte Quattro", inasprisce ulteriormente le loro condizioni di lavoro. I pontieri non sono ancora pronti per combattere e tentare la fuga. Così, Kaladin escogita un modo per guadagnare tempo. Utilizza delle ossa parshendi come un'armatura e, nella successiva sortita, si posiziona davanti alle squadre pontieri. I parshendi dinanzi all'oltraggio di aver spostato il cadavere di un compagno vanno su tutte le furie e scagliano salve di frecce su Kaladin. L'ex-lanciere usando i suoi poteri riesci a uscirne vivo e contempla con sua sorpresa, che tutti i ponti sono stati posizionatie  che nessun pontiere è stato colpito. Nelle successive sortite, il metodo viene perfezionato e l'intero Ponte Quattro ottiene le armatura di carapace parshendi.

Durante la Battaglia della Torre, Sadeas ritira il suo esercito e abbandona Dalinar in balia dei parshendi. Kaladin riesce ad ingannare il supervisore delle squadre pontieri e il Ponte Quattro viene lasciato indietro a "riposare". E' l'occasione che lui e i suoi uomini hanno tanto aspettato, il momento della fuga. Tuttavia,il Ponte Quattro è titubante a procedere: la vista dell'esercito di Dalinar che lentamente viene massacrato è troppo straziante per essere ignorata. Il Ponte Quattro decide allora, di comune accordo, di andare a salvare l'esercito alethi. Nello scontro che segue, Kaladin pronuncia le parole immortali e difende il ponte insieme ai suoi uomini, senza cedere un millimetro di terreno fino all'arrivo dell'esercito Kholin.

Kaladin prende in mano le operazioni di evacuazione, dando ordini a degli occhichiari e perfino al principe Adolin Kholin. Dopo un battibecco, questi dice al pontiere che andrà via solo con suo padre. Kaladin non se lo fa ripetere due volte e si getta tra le file parshendi, salvando Dalinar dal duello con Eshonai.

Alla fine, Kaladin e il Ponte Quattro sono riusciti a salvare Dalinar, suo figlio, e oltre duemilaseicento uomini[15]. Per ripagare il suo debito, Dalinar compie un gesto inaudito e baratta la sua stratolama per ottenere tutti i pontieri di Sadeas, concedendo loro, subito dopo, la libertà.

Kaladin accetta l'offerta di Dalinar di diventare la sua guardia del corpo, con il grado di capitano, e gli viene concesso l'autorità di addestrare tutti gli ex-pontieri che vorranno diventare soldati nell'esercito dell'altoprincipe[16].

Parole di Luce[]

Personalità[]

Kaladin è intelligente, leale e fortemente protettivo, in particolare verso i deboli e gli indifesi. Si arruola nell'esercito, mettendo in pericolo la sua vita, pur di prendersi cura di suo fratello minore. Quando diviene caposquadra la sua unità è quella con meno perdite ed ha la fama di reclutare tra i suoi ranghi i soldati più giovani ed inesperti, solo per evitare che vengano usati come carne da macello durante le battaglie.

Questo suo atteggiamento verso i sottoposti, unite al su carisma, rendono Kaladin un leader naturale. Che siano lancieri,schiavi rassegnati o burberi pontieri, Kaladin riesce sempre a conquistarsi la fiducia altrui e ad organizzare squadre affiatate e disciplinate.

Se è vero che Kaladin ha un forte senso di protezione per gli altri, è anche vero che questo atteggiamento lo espone moltissimo al dolore della perdita. Kaladin vive in modo drammatico il momento in cui una delle persone sotto la sua custodia muore o rimane ferita. Si considera un fallito e cade in una profonda malinconia. Si considera maledetto per riuscire a sopravvivere laddove gli altri invece muoiono. Suo padre, già durante il suo periodo di addestramento come chirurgo, lo aveva messo in guardia su questo suo lato caratteriale e lo aveva sollecitato a cambiare. Kaladin non ascolterà il consiglio paterno e durante il periodo di schiavitù questo arriva alle sua massime conseguenze; provato dalla morte di così tanti pontieri e dalle vessazioni dei suoi aguzzini, Kaladin cade in una profonda depressione che lo spingerà al suicidio. Salvato dalle parole di Syl, Kaladin scivola di nuovo nella disperazione dopo aver capito che non c'è possibilità di salvezza per i pontieri. Il lanciere è anche incline alla depressione stagionale, provando un senso di pesante tristezza durante le settimane del Pianto.

La sua giovinezza trascorsa nel salvare gli altri come chirurgo e gli anni passati ad uccidere nelle vesti di soldato, hanno lasciato su Kaladin un conflitto morale che gli fa domandare continuamente se sia possibile proteggere uccidendo gli altri. Il lanciere sarà sempre restio a togliere la vita altrui e arriverà a chiedere a Dalinar Kholin di non schierarlo in battaglia contro i Parshendi.

La viltà di Roshone, la morte di Tien, il tradimento di Amaram e il periodo di schiavitù hanno alimentato in Kaladin una diffidenza e un odio viscerale verso tutti gli occhichiari. Questo atteggiamento comincia ad incrinarsi dopo la battaglia della Torre,quando Dalinar Kholin onora la promessa di riscattare i pontieri. Kaladin non è pronto a fidarsi di lui ma è disponibile a concedergli una possibilità.

Relazioni[]

Dalinar[]

Durante La Via dei Re, Kaladin sente solo voci sullo zio del Re, che detta di tutti sarebbe un uomo di grande onore. Uscendo dall'esperienza di Amaram, Kaladin è molto scettico a ritenerle veritiere. Durante la Battaglia della Torre, decide di salvare l'armata dei Kholin ben sapendo che questo brucerà l'occasione di libertà dei suoi uomini e li consegnerà nelle grinfie di Sadeas, desideroso di vendetta. Eppure Dalinar riesce a sbalordire il pontiere e compra la sua libertà e quella di tutti i suoi compagni cedendo l'oggetto a lui più prezioso: la sua stratolama. Kaladin non dimenticherà mai quel gesto onorevole e servirà Dalinar con la massima lealtà.

Amaram[]

Kaladin mostra un profondo disprezzo per Amaram e lo odia con tutto se stesso. Inizialmente lo stimava, per essere un occhichiari migliore dei suo pari: era un valido comandante e si comportava con giustizia e lealtà verso i sottoposti, sembrando proprio un luminobile degli antichi racconti. Tuttavia quando Amaram venne messo davanti all'opportunità di ottenere degli strati, l'uomo non esitò a gettare la maschera e a tradire Kaladin e i suoi uomini in nome del "bene superiore".

Kaladin è contento dell'arrivo di Amaram nelle Pianure Infrante, perché così avrà un'occasione per ucciderlo e fargliela pagare per tutti i suoi crimini[17]

Sadeas[]

Kaladin detesta Sadeas per il trattamento disumano inflitto alle squadre pontieri per il solo scopo di appagare la sua avidità.

Adolin Kholin[]

Kaladin è infastidito da Adolin. Lo considerava vizioso e capriccioso, e la rappresentazione vivente di tutta l'ingiustizia dei privilegi degli occhichiari

Fonti[]

Galleria[]

Ponte Quattro
Comandante Kaladin
Tenenti TeftRocciaSigzilMoashSfregio
Soldati BisigDabbidDrehyEthHobberLeytenLopenLynPedinPeetRlainTorfinYakeHuio
Deceduti AdisAmarkArikBeldCorlDelpDunnyGadolIdolirJaks SenzaorecchioKoolfMalopMartMappeMurkNarmRodTreff
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